Esaurito
Stavolta è tutta colpa di Eva, manco a dirlo. Non è la prima, certo; ma è una delle più celebri. S’è presa molto merito (e tutto il demerito possibile) finendo per incarnare il demoniaco femminino come e più di tante colleghe. Colleghe mostruose, naturalmente. Come scrive Jude Ellison Sady Doyle ne Il mostruoso femminile «Essere una strega implica sempre una scelta». Ed essere una sirena? Un’arpia, una gorgone, una lamia – o Medusa, direttamente? Ma a che serve, poi, rivendicare per sé questa sequela di insulti?
Seguendo la formula già felicemente testata di undici appuntamenti – venti ore di formazione più un incontro finale, il liberatorio reading a coronamento del percorso – saggeremo la creatività meno rassicurante, quella degli anfratti male illuminati. Scomoderemo vampire e defunte celebri, più o meno ritornanti; scopriremo l’importanza nelle differenze di genere tra spettri e smonteremo mitologia classica e iconografia pop di chi ha i tentacoli in posti che neanche immaginava di avere. Ma non saccheggeremo solo le mostruose creature dell’orrore; sonderemo il true crime storcendo un po’ il muso e le indomabili, stortissime ma molto realistiche creature femmina che in ogni epoca hanno meritato (e magari scampato) qualche forma di rogo.
Ci alleneremo, insomma, non ad addomesticare ma a sguinzagliare su carta i lati meno rassicuranti del sé, quelli che ci guardiamo dal presentare in pubblico perché non sta bene.
Per dirla con Doyle, di nuovo: «Questo sarà possibile solo a patto di affrontare i nostri demoni, di accettare l’esistenza, sotto la superficie, di quelle donne ribelli e pericolose che gridano a gran voce per avere giustizia o vendetta, o almeno un qualche riconoscimento di tutto quel che hanno perduto. […] Possiamo usare il nostro esilio, la nostra rabbia e addirittura il nostro trauma per raggiungere una visione più profonda del mondo. […] Bisogna osare. Ma, una volta trovata la nostra mostruosità, l’audacia non potrà essere lontana.»
Come lo faremo? Con la solita tavolozza: quella composta da costruzione del personaggio, dialogo, ritmo, ambientazione – per sperimentare una narrazione non necessariamente di genere, ma più spettinata. Tra la scrittura di sé e la lettura, tanta, al solito, perché chi vuol scrivere non può non leggere. Nel frattempo (ci) catalogheremo, deformi e sublimi: fin luciferine, ovvero portatrici di molta luce, e per questo capaci di proiettare un’ombra lunghissima. Ché monstrum, si sa, vuol dir cosa mirabile.
Il corso si terrà il martedì dalle 19:00 alle 21:00, a partire dal 15 ottobre. Il calendario completo: 15, 22, 29 ottobre, 5, 12, 19, 26 novembre, 3, 10, 17 dicembre, 8 gennaio.
Il corso sarà l’occasione per imparare a leggere le esperienze proprie e altrui in chiave narrativa (di genere e non), fino a costruire racconti autonomi con un’ispirazione tematica mossa dall’autenticità.
Il corso è rivolto a chiunque voglia provare a raccontare di sé e del mondo usando la lente deformante del genere. In tutti i sensi.
Domitilla Pirro (1985) è giornalista pubblicista iscritta all’ODG di Roma e direttrice creativa di Fronte del Borgo alla Scuola Holden di Torino. Ha fondato un Osservatorio sulla Gender Equality gratuito per under 18, che oggi conduce con Luca Starita. Con Sote’ ha vinto la quinta edizione del concorso 8×8 organizzato da Oblique Studio; suoi racconti sono usciti su «la Repubblica», «Linus», «Playboy», «minima&moralia», abbiamoleprove.com, in Brave con la lingua (Autori Riuniti), su «FilmTv», nella raccolta Women Writers // Italian Literature in Translation curata dall’IIC Londra, nell’antologia umoristica Tutti i nostri premi (Racconti edizioni 2023). Con Francesco Gallo crea e anima Merende Selvagge, progetto didattico-narrativo per umani di varie dimensioni.
Il primo romanzo Chilografia (effequ) è stato finalista al premio Libro Dell’Anno 2019 di Fahrenheit – Radio 3 Rai. Il secondo romanzo, Nati Nuovi, è uscito nel 2021 sempre per i tipi di effequ. Le è stata affidata da Vera Gheno la stesura della Scatolina Gioco, illustrata da Ginevra Ballati: non spiega né definisce, ma racconta una parola, in una collana di saggi per piccoli umani dai 5 anni in su. Nel 2024 pubblica per Edizioni Piuma il suo primo romanzo per bambinə, Amalia Ingannasorte e il Candèmone Cerasino, volume uno di una trilogia scritta insieme al merendaio Francesco Gallo.
Per la regia di Sara Bertazzini, con Benedetta Petroni scrive un podcast sulla violenza ostetrica di prossima distribuzione; sempre con Petroni sta scrivendo un saggio che vedrà la luce nel 2025. La sua newsletter si chiama Guida Pennivendola per Sopravvivere all’Apocalisse: parla di mostri, naturalmente.
Via Faà di Bruno, 2
10153 Torino (TO)
P.IVA 11165790012
office@thegoodnessfactory.it
Via Faà di Bruno, 2
10153 Torino (TO)
P.IVA 12489450010
office@thegoodnessfactory.it
The Goodness Factory 2023 All Rights Reserved.